Questa è la mia prima recensione in assoluto e per ciò il signor regista Josh Trank deve sentirsi molto onorato. Premessa grande come una casa: vi saranno molti, molti spoiler, perchè non sono assolutamente capace di fare una recensione seria (vabbeh...) senza poter parlare di scene, fatti, personaggi e tutto ciò che di un film/libro può essere reso spoilerabile. Detto questo... Let's go!
Come cominciare? Beh, naturalmente dalla trama (molto molto in breve, prometto): Reed Richard, bambino-ragazzo-Gary Tsu prodigio, viene invitato ad unirsi alla squadra di scienziati della fondazione Baxter, dello scienziato Franklin Storm. Perchè viene accettato? Semplice: ha inventato un teletrasporto, sul quale aveva lavorato giorno e notte, con sudore e sangue, fin dalla tenera infanzia, in compagnia dall'amico Ben Grimm (che, vi avverto, chiamerò Billy Elliot fino a che non verrà trasformato in Cosa), il quale in realtà, proprio genio non è, poverino (seppure lo trovi un personaggio ben costruito; ma sull'analisi dei personaggio tornerò più avanti). Facciamola breve, perchè mi sono accorta che sta diventando troppo lunga (e sono solo una decina di righe) e vorrei concentrarmi maggiormente sulla recensione propriamente detta. In quella scuola, o quel diavolo che è, capiscono che l'idea di Richard è un'idea niente male ed iniziano a lavorarci su. Nell'entourage del nostro eroe ci sono i figli di Franklin Storm, Sue e Johnny, l'ex pupillo ribelle del succitato scienziato, Victor Von Doom. Come è, come non è riescono finalmente a costruire questo benedetto aggeggio che li potrebbe portare in un fatidico "pianeta Zero", in una dimensione parallela. Ma (perchè c'è sempre un "ma") loro, sebbene abbiamo compiuto tutto il lavoro, non vengono inclusi nella spedizione, perchè troppo giovani, mi sembra. Vanno, naturalmente, ed ancora più naturalmente finisce male: vi è un problema, poichè il pianeta è molto instabile ed ha un'energia sconosciuta. Lasciano indietro il povero Victor, ma si espongono ed espongono la navicella con cui sono arrivati, all'influsso di questa energia, che colpendoli in vari modi (e colpendo anche Sue, che era rimasta in laboratorio per farli tornare) dona a loro differenti poteri. Poi non accade null'altro di troppo rilevante, sino alla fine: si separano pensano che il Gary Tsu li abbia abbandonati (quando, invece, da un anno a quella parte il misero si strugge per loro, povero piccolo) e i tre rimasti divengono un pubblico ludibrio per il Governo. Richard torna. Convincono qualcuno (non mi ricordo chi) a farli tornare sul "pianeta Zero". Scoprono che Victor è rimasto vivo ed è divenuto il padrone del pianeta, che riesce a controllare con i poteri della sua mente. Epic Battle. Vittoria del Bene. Fine. (se desiderate un riassunto ben fatto vi consiglio Wikipedia).
Cose da dire a riguardo? Non mi è piaciuto (non si era capito, vero?). I personaggi erano piatti, salvo due eccezioni che andrò a spiegarvi in seguito. Reed Richard è veramente il Gary Tsu più Gary Tsu che esista: non fa mai niente contro i suoi amici e, giammai si possa pensare che se la sia data a gambe, reazione da reputarsi più che normale visto e considerato che la sua vita di ragazzo normale, seppure più intelligente della media, è stata sconvolta da poteri che non sa come gestire e, perchè no?, che potrebbero farlo sentire un mostro. Uso il condizionale, perchè non ho riscontrato un minino di analisi psicologica del personaggio.
Idem con patate la Mary Sue Sue Storm (nome quanto mai azzeccato, noto solo ora).
Tuttavia non sarei onesta se non dicessi che vi sono anche personaggi che hanno un analisi più profonda. Cominciamo da Billy Elliot-Ben Grimm. Tutto sommato è un personaggio secondario (in primo piano sempre il protagonista, mi raccomando), ma è stato svolto con maggior cura rispetto a Mister Fantastic. Ho trovato in lui quei sentimenti dei quali ho lamentato la mancanza poco fa sul protagonista: ha paura della sua nuova condizione, non sa neanche lui nè cosa fare nè, cosa importantissima, come reputarsi. Un mostro? Un eroe? Per il Governo, certo, lui è importante: è divenuto un'arma, come Johnny e Sue, ma a differenza loro non ha più la sua identità di prima, poichè non ha più il suo volto. E' arrabbiato con Richard, giustamente, ed è sempre in bilico tra un'accettazione del nuovo se stesso e un rigetto verso quello che è diventato.
Un altro personaggio niente male è Victor Von Doom. Ammetto che già prima del film avevo un debole per lui, perciò ho avuto paura quando, al cinema, mi sono accorta di come volgeva il film. Per fortuna non è andata troppo male. Innanzitutto è stato scelto un attore niente male (good job, mamma di Toby Kebbel!), in secondo luogo si capisce bene perchè sia divenuto Dottor Destino: abbandonato su un pianeta sconosciuto ed ostile da coloro che reputava sui amici (e che aveva accettato come tali faticosamente), reagisce e cerca di riscattarsi. Non solo compie qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato (si adegua all'ambiente circostante diventando padrone totale del pianeta), ma medita vendetta fino a che sa di non essere abbastanza forte per uccidere i suoi ex-compagni di lavoro (e sì, lo era, Josh Trank, era decisamente OP, ma bisognava far vincere gli eroi, per insegnare l'importanza del gioco di squadra... E' un film Marvel, non Disney, caro signor regista!). E poi, vi garantisco che la cosa non guasta affatto, il doppiatore italiano (Andrea Mete) é uno dei piú bravi doppiatori italiani, a mio parere. Potremmo definirlo, in questo caso, la classica ciliegina sulla torta.
La trama inoltre era abbastanza banale: inizialmente avevo scritto molti più "naturalmente" di quanti non ce ne siano ora. Si sapeva fin dall'inizo che Victor sarebbe stato sconfitto ed anche il modo con il quale avrebbero vinto i Fantastici Quattro. Si sapeva fin dall'inizio che non avrebbero tenuto il broncio a Reed Richard per più di cinque minuti. Si sapeva fin dall'inizio che la squadra si sarebbe sentita tale solo dopo aver visto che da soli era troppo deboli con il grande Victor Von Doom (che, diamine!, continuo a ripeterlo, poteva modificare quel cavolo di pianeta con la forza del pensiero!). Si sapeva fin dall'inizio che...
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